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      È soltanto una rinunzia, che fa al proprio dritto il guerreggiante: ciocchè è sempre in libertà di ciascuno il poter fare. Sicchè l'ampliazione del libero commercio anche de' generi vietati si può sempre stipulare.
      Ma per contrario se una nazione farà Trattato, con altra, nel quale si obbligasse a non condurre ai nemici di quella que' generi, che naturalmente non sono controbando di guerra, dico esser questo patto illegitimo ed incompatibile collo stato di neutralità di cotesta nazione, che fa una tal promessa, perchè contiene offesa e pregiudizio de' dritti altrui(475). Ogni nazione ha sempre dritto d'attendere dalla sua amica tutti gli atti d'amicizia, e di buona corrispondenza: tra questi il principale è il libero commercio de' generi, de' quali può aver bisogno. Chi promette di non darglieli gli reca ingiuria, e fa violenza all'amicizia, perlocchè promettendosi questo si viene a far un Trattato di lega con una nazione contro l'altra, e non già di neutralità, e di perseveranza nell'amicizia con ambedue. Non è dunque soltanto una rinunzia al proprio dritto de' neutrali l'obbligarsi a non fornire ad un de' guerreggianti i generi non vietati dal comun dritto delle genti, ma egli è un torto recato a tutti quegli amici, che non intervennero, e non consentirono al patto. Ed in vero il rinunziare gratuitamente ad un commercio, che per sua natura non sarebbe tra' vietati, non solo nuoce ai proprj sudditi, ma nuoce anche a que' di quell'amico, con cui s'interrompe siffatto commercio.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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