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      E se fatto da lui non pregiudica al suo dritto, qual tema avrebbe di ricever pregiudizio dal fatto altrui?
      Che se in cosa tanto chiara io mi volessi anche più dilungare dimostrerei esser tutti gli atti enumerati di sopra tra' necessarj, non già ricognizion di dominio, ma di semplice possesso; atti non d'alleanza, nè d'amicizia, ma d'umanità, di fede publica, di natural desio del bene della spezie umana(496).
      All'opposto poi sono veri atti di ricognizione dell'indipendenza, e dell'ammissione al rango delle Sovranità gli enumerati nella seconda classe. Non si può per verità dire, che da tali atti usati da un estraneo neutrale verso i ribelli, gli usurpatori, gl'illegittimi possessori s'arrechi il minimo pregiudizio ai dritti del legitimo padrone(497); perlocchè certamente non s'offende la giustizia pratticandogli. Ma s'offende altamente l'amicizia con lui, a cagion che si viene a dar coraggio e spirito ai sollevati, si mostra verso di loro una eccedente amistà e deferenza, e soprattutto si trasgredisce il primo dovere della neutralità, cioè quello di non dover far cosa nuova, ma perseverar nell'usato. Si riconosce per dismembrato uno Stato, che prima riguardavasi come unito; si riconosce una nuova Sovranità non prima esistente nel mondo: queste sono innovazioni recate allo stato primiero; dunque illecite ai neutrali.
      Sono agevoli a dedurre le conseguenze derivanti da' principj finora da me stabiliti, e perciò m'astengo dal farne più lungo discorso. Solo tre cose importanti piacemi avvertire.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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