Or mi si domanderà se un Principe guerreggiante abbia dritto d'arrestar il controbando di guerra anche sul territorio alieno. Rispondo, che quando abbia morale sicurezza d'esser bastevole il solo avviso datone al Signor territoriale per impedirne il corso, e l'effetto, convien ch'egli s'astenga da un atto, il quale ha sempre aria di violazion del dominio territoriale. Ma quando non se ne abbia la sicurezza, dico esser sempre lecito l'arrestar il controbando ovunque si trovi, sì perchè avendovi sommo interesse il guerreggiante, il caso del tentato controbando s'eguaglia a quello d'una istantanea ed improvvisa aggressione; sì perchè questo primo atto di poco riguardo vien subito riparato, e medicato dalla consegna, che il guerreggiante fa de' rei, e della merce in potere del loro natural giudice, e Sovrano.
Il caso di cui ragiono, in terra non è impossibile ad incontrarsi, ma è raro(511). Sul mare è sempre. Una nave neutrale carica di munizioni da guerra, o di viveri verso un luogo assediato, se è incontrata in mare aperto, solo coll'arrestarla si può aver certezza, che non prosiegua il suo cammino. Sicchè l'arrestar navi con controbando non è violazione della bandiera, non è ingiuria fatta al Sovrano di quella; ma il riguardarle poi come preda, il voler giudicarne la legitimità, il confiscarle è violazione dell'altrui dritto Sovrano; è offesa della neutralità e dell'amicizia.
Pure questo ch'io dico, e che mi sembra chiarissimo, è contrario agli insegnamenti di tutti gli autori(512), e, quel che è più maraviglioso, al convenuto ne' Trattati.
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