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      Due ne possono esser le questioni: l'una se la mercanzia sia del genere de' controbandi, ed inoltre sia in circostanze tali, che costituiscano un controbando tentato(525): L'altra se la proprietà della merce appartenga al nemico del predatore. La prima controversia ha fondamento ed appoggio sul dritto universale delle genti; la seconda non ne ha veruno, ma si trova aver presa origine dalle moderne costumanze, e dagli Editti promulgati nel passato secolo da talune Sovranità Europee.
      Incominciando dalla prima questione il mio ragionamento ripeterò, che il giudicar del controbando appartiene sicuramente non a chi l'arresta, ed ha interesse che non siegua, ma a quel Principe, sul territorio di cui in terra, o in mare chiuso siegue l'arresto; e se vien fatto in mare aperto dico, che ogni nave in mare aperto continua ad esser territorio di quel Sovrano, da cui nelle legitime forme(526), ha ottenuta la Patente per navigare.
      Falso ed insostenibile assunto sarebbe il pretendere d'esser divenuto legitimo giudice dell'arresto il Sovrano del predatore, qualora ne' suoi porti siasi condotta la nave arrestata. La forza adoperata da un giudice a farsi condurre taluno avanti di se non gli conferisce quella giurisdizione, che naturalmente non ha(527). Anche è frivolo pretesto per eriggersi in giudice d'un non suddito l'allegarne per iscusa il lungo tempo, che scorrerebbe ad aspettar, che il legitimo Sovrano della nave arrestata decidesse sulla verità del controbando, quando la nave si trovasse condotta in dominio alieno, e lontano dal suo.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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