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      Quanto avran convenuto obbliga essi soli, e non fa nč legge, nč autoritą, nč esempio ad altri.
      Questo bastimi aver detto sulla questione se il giudizio della legitimitą d'un arresto spetti al Sovrano dell'arrestante, o a quello dell'arrestato, e quali casi producano differenza; materia finora trattata con incredibile trascuraggine, e confusione d'idee. Ora non posso terminar il discorso di questa parte senza metter in palese la strana, e imperdonabile inavertenza di tutti gli scrittori, e direi quasicchč di tutti gli uomini, nella mente de' quali si scopre fissa, e radicata l'opinione, che un neutrale vivente in pace con tutti, a cui non appartenga nč la nave, o la merce arrestata, nč la nave che l'arresta, non abbia in verun caso il dritto d'esercitar giudicatura su di esse qualora spontaneamente sian venute in qualche suo porto, o lido. Trovasi ciņ insegnato da' giureconsulti, stipulato in non pochi Trattati pubblici(532), e finanche talvolta annunziato negli editti di neutralitą. Pure a dimostrare la grandezza, e l'importanza di tale abbaglio io non ho bisogno di far altro, che d'enumerare i principali, e pił frequenti casi, ne' quali il Signore territoriale divien legitimo giudice tra due non nati sudditi suoi, e lo č tanto nel caso, che siano guerreggianti, ed avversarj tra loro, quanto nel caso, che l'un de' due si reclami per neutrale, ed amico dell'altro. Eccogli.
      I. Se il Padron d'una nave arrestata, e condotta per forza in qualunque porto moverą ivi litigio pretendendo, che l'arrestante non sia un legitimo armatore, ma un pirata, un ladro di mare(533) ogni Sovrano del luogo se ne puņ, anzi se ne deve far giudice, per la manifesta ragione che un pirata č un publico nemico di tutto l'uman genere(534); ogni Principe ha dritto di fermarlo, di giudicarlo, di punirlo cogli ultimi supplizj, e liberarne la terra.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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