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      Furono per conseguenza fatte sempre le incursioni con mostruosa spietatezza, non potendo i comandanti ricusare alle loro genti il saccheggio e la preda di quanto loro si parava davanti, essendo questa l'unica rimunerazione de' felici eventi. In fine non con regolata arte di guerra, nè da scelte milizie s'eseguivano le imprese, ma i più animosi della nazione accordandosi tra loro, presceltosi un condottiere si animavano ad andare a nuocere secondocchè loro ne saltava in testa il capriccio. Solo quando s'avvidero delle frequenti disavventure seguaci della temerità, parve necessario darne l'avviso, e chiederne il permesso al Capo della nazione. Avviso di cerimonia piucchè d'obbligazione. Coteste incursioni si fecero indistintameme per terra, o per mare, secondocchè le nazioni occupavano le coste, o l'interior delle terre.
      Tali sono gli usi di tutti i selvaggi oggidì, e tali furono i costumi, e le arti della guerra in tutta la remota antichità, e per molti secoli anche tra' Romani. Ma dopocchè costoro a forza di lacerarsi, e di graffiarsi scambievolmente co' Latini, cogli Etrusci, co' Sabini, e co' Sanniti si trovarono inopinatamente avergli in tutto soggiogati, e s'accorsero esser divenuti una vasta e bellicosa Potenza, si sviluppò in loro una più nobile ambizione della conquista, e dell'imperio sul mondo intiero da essi conosciuto(555). Mutato allora consiglio stabilirono nuovi modi, e nuovi ordini militari, e questi furono le sole cagioni di fargli pervenire al sommo ingrandimento.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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