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      Ma anche dopo la ruina dell'impero Occidentale il mar Mediterraneo restò tranquillo e libero da' corsari dal quarto sino al settimo secolo dell'umana Redenzione, perchè tutte coteste genti abborrivano i commercj e la navigazione, come quella, che richiedeva arti e cognizioni più che essi non aveano. I Saraceni vennero alla fine a turbarlo, ed a farvi ricomparire la pirateria, la quale presso i loro discendenti Africani ancor dura.
      Per rispingergli, dopo trè o quattro secoli di stupida pazienza, vi opposero gli Europei Cristiani non già le potenti, e ben disciplinate flotte (che non ne aveano) ma una consimile, e reciproca pirateria. Da quel tempo, e per molti secoli di poi non fu frequentato il Mediterraneo con altra intenzione, che d'andarvi commettendo indistintamente sugli amici, e su' nemici rapine, e scelleratezze. L'eccesso di esse giunse ad estinguere il senso della natural compassione verso gl'infelici naufraghi stranieri: perchè il solo vedergli naufragati in un lido di diversa nazione lontana dalla loro, induceva legal presunzione, che colà essi fossero capitati a corseggiare(561). Ecco la naturale origine de' barbari dritti di naufragio usitati molto più anticamente nell'Oceano Europeo(562), e poi passati anche al Mediterraneo.
      Mi è convenuto tesser questa breve storia delle piraterie per far veder più evidente, e palpabile la strana e prodigiosa differenza tragli usi attuali delle guerre terrestri, e delle marittime. Dacchè i Sovrani tutti (abbolito intieramente l'antico servigio personale de' loro feudatarj, e negletto quello de' condottieri d'arme) mantengono truppe loro proprie stipendiate, ubbidienti, e fedeli, sentirebbero con altissimo disprezzo e disdegno l'offerta di quel privato loro suddito, il quale venisse a proporre, e chieder permesso d'unirsi con pochi suoi compagni ad andare a sua spesa, e pericolo, a devastare i campi, incendiare gli aperti villaggi, saccheggiar le case de' contadini del paese d'un nemico.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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