Per mare un naviglio or spinto da' venti, or forzato da insanabili sdrusciture, or bisognoso d'acqua e di viveri, or infetto da contagioso scorbuto arriva a que' lidi, che mai non pensava, nè avea destinato toccare, il che non accade ai viandanti(575). Negargli in tale stato il ricovero è lo stesso, che privar tutto l'equipaggio di vita(576). Perciò niun Sovrano quanto si voglia esatto osservatore de' doveri della neutralità ha mai spinto il crudele rigore fino a negar in ogni caso agli armatori qualunque accesso ai porti suoi. Tutti gli accolgono: ma nella maniera di ammettergli, e di trattargli sonosi tenuti due diversi modi, e mi conviene discorrere sù di essi per dire quale me ne sembri il più conveniente.
Talune Sovranità usano accordare ai corsari il semplice e solo ricovero dell'ancoraggio, ed i soccorsi d'urgente necessità, non ammettendogli mai a libera pratica, e a disbarcare, cosicchè vengono a trattargli quasi in quel modo medesimo, come se fossero infetti di morbo contagioso. Abbonacciato il mare, o ricevuti i necessarj rinfreschi gli forzano a partire colle lor prede, ed allontanarsi(577).
Altre Sovranità sono più indulgenti, e dopo d'essersi accertate, che siano legittimi armatori, adempiute le indispensabili regole di sanità, e consumate le quarantene (le quali con cotesta gente debbon esser sempre rigorose a riguardo dell'irregolarità del loro corso, della poca fede che meritano, delle molte e diverse navi che abordano, e colle quali si meschiano) non ricusano al fine dar prattica ad essi, ed alle loro prede coll'osservanza però de' seguenti ordini, e regolamenti(578).
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