Deve adunque cotesta nave goder la protezione territoriale, ed una sua nemica non potrebbe usar minima ostilità verso di essa senza offender la riverenza dovuta alla Sovranità del luogo, in cui quella stà.
Oltre alla sopraddetta considerazione evvene un altra non men valevole a dimostrare l'inviolabilità de' porti chiusi de' neutrali, ed è questa, che qualunque naviglio nel venire ad ancorarvisi deve prima chiederne, ed ottenerne il permesso dal Comandante del porto. Rigorosamente osservasi dapertutto il costume di spedir incontro, ed anche fuori del porto, qualora il tempo lo permetta, una lancia destinata ad informarsi della condizione del bastimento per fargli poi sapere se gli si accorda, o nò l'ancorarsi. Or chi chiede l'ammissione nel paese altrui tacitamente dichiara volersi sottoporre alle leggi del luogo, e con tal condizione s'intende sempre accordato l'ingresso. Per conseguenza mancherebbe alla sua promessa, ed alla legge d'un contratto chi poi non vi volesse soggiacere. Intanto se si riflette a qual orribile scompiglio cagionerebbe alle navi d'ogni nazione, e quanto danno alla stessa città un combattimento fatto nelle acque chiuse d'un porto, si comprende subito esser legge indispensabile, che tutti i bastimenti accolti dentro di esso stianvi in placidissima quiete. Rimanga perciò deciso non potersi commettere ostilità dentro ai porti neutrali verso i bastimenti ricoverativisi per accidentale bisogno.
Ma se un porto neutrale fosse stato prescelto da un guerreggiante per far ivi massa de' suoi navigli da guerra, nè per altro oggetto vi andassero questi arrivando, se non per quello di veleggiar poi uniti ad assalir l'avversario, meriterà cotesta flotta d'esser inviolabile agli occhi di quel Principe, contro cui s'indirizza?
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Sovranità Comandante Principe
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