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      Solo è giusto il doversi i combattenti astenere dal far ai sudditi di lui alcun danno, ed a rifare gl'inevitabili causati(595).
      Se l'opinione la più volgare, e ricevuta si discosta dalla mia, e sostiene l'illimitato dritto dell'asilo, ciò provviene, come ho già dimostrato, dal non essersi mai fatta distinzione tralle navi mercantili, e le guerriere, e tralle città dotate di porto, e le spiagge disabitate. Nella crassa ignoranza del vero confine del dritto è intanto sfuggita dagli occhi la sola via legale, e conforme alla ragione, che vi restava per i legni armati a salvarsi dall'inseguimento d'una forza maggiore, e mi tocca ad esser il primo (per quanto io sappia) ad indicarla.
      Una nave guerriera per qualsivoglia motivo entrata nel mare territoriale(596) vedendo venir sopra di se l'inimico può mandare a dichiarare a chi per parte del Sovrano del luogo comanda in que' lidi di volerne goder la protezione, giacchè rinunzia ad ogni ulterior atto di guerra, e ne dà parola. Allora il Comandante nel territorio farà intendere all'avversario, che si va avvicinando, di desistere dalle ostilità essendosi messa la nave, contro cui egli si diriggeva, sotto l'asilo, perchè ha cessato di voler esser guerreggiante. All'aggressore dopo tal dichiarazione non riman più altro dritto, fuorchè d'assicurarsi dell'esecuzion della promessa. Chi l'ha data è tenuto a disarmar subito intieramente, depositando fino alla conchiusion della pace in man del neutrale le armi, i cannoni, la polvere. I soldati non posson più militare, i marinari non posson ringaggiarsi sulle squadre del loro Sovrano, nè de' di lui alleati: del resto son liberi.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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