Di ciò avendo io cominciato a ragionar di sopra, non mi resta altro quì da dire, se non che a narrare istoricamente come, da chè causa, e per quali gradi abbian potuto le menti degli Europei tanto offuscarsi sulla conoscenza d'un dritto, che gli stessi barbari i più rapaci ed insalvatichiti non avean mai osato calpestare. La cosa è andata così.
Dopo la ruina dell'Impero Occidentale, e l'indebolimento dell'Orientale, l'Europa si trovò sminuzzata e sgretolata in tante innumerabili Signorie e Dominj diversi, che quasi non si ravvisava più qual popolo, qual città, qual piccolo borgo fosse suddito, e quale fosse Sovrano ed indipendente. Tutti si credevano sudditi d'altra maggior Sovranità, e tutti ruminavano, e seco stesso machinavano a scuoter il giogo, e romper i legami d'ogni dipendenza. La forma feudale resa generale tragli Europei ammetteva benissimo cotesta mescolanza di Sovranità e di vassallaggio, d'indipendenza e d'omaggio, di disubbidienza e d'investitura, ed andava a gran passi aumentando la confusion d'ogni cosa. Languivano per conseguenza le città particolari, e le piccole Signorie nella totale privazione della protezione del loro comune Sovrano, il quale divenuto debole, ed incapace a farsi ubbidir da' suoi, lo era egualmente a proteggergli contro le ingiurie degli esterni. Rimasero perciò abbandonate alle sole loro piccole forze, o al più a quelle de' convicini alleati, se pure in secoli di diffidenza, di perfidia, e di malignità gli riusciva acquistarne.
Così vivea l'Europa quando in mezzo a tanto sconcerto risorse nel Mediterraneo, nelle Fiandre, e sul Baltico in alcune città marittime lo spirito di navigazione, e di commercio negletto intieramente, e dimenticato dalle altre nazioni.
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