Perciò è loro fondamentale insegnamento ad ogni Sovrano di non fidarsi tanto d'un'altro (per quante dimostrazioni d'amicizia, e d'alleanza quegli pur dia) che non possa poi trovarsi pronto, ed ammanito a divenirgli nemico(638).
Metterò dunque come il primo de' consigli dati da' Politici ai guerreggianti il non fidarsi mai interamente de' neutrali, nè per voler rivolger tutte le forze contro l'avversario, sguarnir di difesa quella parte del loro Stato, che potesse tentar la cupidigia d'un neutrale potente per la facilità dell'acquisto.
Conterò per secondo tra' consigli dati ad amendue i guerreggianti il badar sempre a far sì, che delle loro guerre o niente, o il men che si possa profittino i neutrali. È volgare proverbio, che tra due litiganti il terzo goda; il qual detto è sempre verissimo anche quando non apparisse aver tratto il minimo guadagno per se chi riman spettatore della tenzone. E siccome pochi s'avvedranno della ragion di ciò, voglio colla maggior chiarezza, che io potrò, cercar quì di manifestarla. Chi litiga, e combatte alla fine si spossa: chi stà a vedere non strugge le sue forze. Costui dunque sebben non ingrandisce punto l'antico suo stato, si trova divenuto maggiore rispetto a que', che han tra loro rissato, perchè quegli sono infievoliti; e la grandezza essendo sempre una idea comparativa, ed una proporzione tra due enti, si muta la proporzione qualunque volta l'un de' due termini si diminuisce, ancorchè l'altro non si variasse.
Ma oltreacchè quando i combattenti si consumano l'un l'altro il neutrale tira le sue entrate quietamente, e così conservandosi i denari, e le forze diviene in comparazione maggiore rispetto a quelli, ogni guerra quando ella gira d'intorno ad un paese, e non lo tocca, lo arricchisce, e lo seconda mirabilmente, a guisa di que' torrenti, che mentre devastano i campi, su' quali si profondano, ingrassano, e fertilizzano i convicini col limo, che vi depongono.
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