Perchè i paesi vicini alla guerra forniscono alle armate viveri, e provvisioni d'ogni genere, e così ne ritraggon denaro; fiorisce il loro commercio marittimo sotto la bandiera amica di tutti; raccolgono le famiglie spatriate, ed impoverite da' furori della guerra, e così acquistano coltivatori, artigiani, manufatturieri, onde cresce di tanto la loro popolazione, di quanto manca in quelli, ove l'incendio della guerra è stato più furioso.
A voler dunque impedire, che i neutrali godano, e s'arricchiscano in mezzo alle guerre, la Ragion di Stato consiglia diversi modi da tenersi verso di loro secondo, che essi saranno o deboli, o potenti.
Se sono tanto potenti, che colle loro forze sarebbero valevoli ad ingojare qualunque de' due contendenti, il miglior consiglio da darsi ad un guerreggiante egli è di non gli stuzzicare punto nè irritandogli, anzi nemmeno allettandogli a venir a far teco alleanza, ma lasciargli addormentati, e quieti come mostrano di voler restare. Perchè se la loro collera è di paventarsi, è quasi altrettanto perigliosa la loro amicizia, ed alleanza, come quella, che alla fin del giuoco vuol tirar tutto il guadagno per se, e nulla vorrebbe lasciarne al compagno. Talvolta anzi lo sacrifica nelle stipulazioni delle paci facendo cader sù di lui le più dure condizioni delle cessioni per conseguirle egli migliori; ed in una parola o che si perda, o che si vinca nella guerra fatta unitamente da due diseguali collitiganti, sempre la condizion del più piccolo ne diviene peggiore; perchè nella vittoria egli avrà di troppo accresciuta la grandezza del suo alleato, nella perdita egli dovrà sentirne o tutto, o quasi tutto il peso.
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Ragion Stato
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