Nè i maestri della Politica hanno orrore di cotesti insegnamenti, perciocchè come io dissi, tengono per massima non doversi il Principe far mai nè amico, nè nemico di veruno(645).
Non è poi necessario confidar agli armatori questa segreta mira del Principe. Basta farne uscir molti in mare; il resto lo farà di per sè quello stesso natural bisogno, ed avidità di predare, che gli spinse ad armar in corso; perciocchè non incontrando navi nemiche, e non volendo tornar colle man vuote a rischio d'esser perseguitati da' loro creditori, che fornirono i denari per l'armamento, si getteranno su' legni neutrali, e di questi facilmente s'impadroniranno trovandogli spensierati, e sprovvisti.
A poter dunque autorizzare i corsari a predarne quanti più ne trovino giova assai il sostener come giusta massima legale, che siano sempre di buona preda tutte le mercanzie appartenenti ai tuoi nemici imbarcate sopra legni neutrali(646). Perchè quel Sovrano, che non facesse arrestar altro, che il controbando di guerra condotto ai suoi nemici, nè darebbe profitto ai corsari, nè inquietudine al commercio degli amici. Si conosce subito se una nave conduce armi o munizioni da guerra: i casi di fortezze bloccate dalla via del mare sono rarissimi, perlocchè mancherebbe ogni altra ragione o pretesto d'arrestar i legni neutrali naviganti.
Ma se s'abbia a visitar tutto il carico per rinvenirvi le merci di proprietà nemica, niuna ne rimarrà, su cui non possa fondarsene qualche sospetto. Dal sospetto nasce il dritto di traviarla, e sottometterla ad un formale giudizio innanzi ai tribunali del Sovrano del predatore; e tanto basta a disturbare, e quasicchè ruinare ogni commercio.
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