Possono discendendo esser di limitata misura, se la disgrazia non può dirsi venuta senza colpa affatto di chi la soffre. Possono anche svanire, e non essendovi ingiustizia divenir questa zero, quale è in coloro, che tutte le sciagure, che soffrono, co' loro vizj se l'abbiano meritate. Possono infine (come ho di sopra già detto) discendere di sotto al zero, cioè esser tanto meritata la sciagura, che sarebbe colpa il liberarnegli, come è in coloro, che sono stati condannati a qualche pena dalle leggi. Rispetto al maggiore, o minore obbligo d'affetto osserverò, che non può questo essere una quantità senza confine. Il solo obbligo d'amore infinito è nell'uomo verso il suo Creatore, ma appunto la Divinità non è suscettibile di benefizj da noi. I massimi de' nostri affetti dopo quello, sono verso i genitori, la consorte, i figli, i congiunti, e più di essi verso la patria (che gli comprende tutti) e verso il proprio Sovrano. Siccome quest'obbligo non giunge mai ad esser infinito, così non perviene mai neppure a sbassarsi fino al zero; perchè basta che colui, che chiede amore da noi sia un uomo, per meritarne sotto questo titolo una qualunque siesi ancorchè picciola dose. In fine rispetto alle forze del beneficante avvertirò, che queste non possono mai giungere all'infinito, non essendo ciò concesso alla limitata possanza dell'uomo, ma possono discendere fino al zero, quali farebbero in colui, che fosse egualmente, o anche più misero di chi gli chiede aita. Ho voluto dare questo saggio per far scorgere quanto sia diversa la natura delle ragioni componenti il dovere della beneficenza, e quanto per conseguenza debban esser complicate, e difficili le risoluzioni delle questioni, che perciò han dato larghissimo campo ai moralisti di traviare, di opinar diversamente, e di produrre opinioni strane, e mostruose.
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Creatore Divinità Sovrano
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