(125) Beneficiis enim humana vita consistit, & concordia; nec terrore, sed mutuo amore in fœdus, auxiliumque comune constringitur. Senec. de Ira. c. 5.
(126) Siffatti popoli furono perciò sempre chiamati da' Romani socii, fœderati, amici, clientes, e come tali in ogni vicenda di guerra riguardati. Il loro tributo fu riguardato come un necessario atto di riconoscenza di clientela.
(127) In fatti i Vandali, gli Unni, i Bulgari, i Persiani limitrofi dell'Impero Bizantino, niuna parte, o interesse amichevole presero mai nelle perpetue vicende di esso: niuno ne prendono gli Arabi in favor de' Turchi: e niun pensiere affatto si danno i pirati Africani di ciocchè avvenga ai loro amici Principi Europei.
(128) Pirata non est perduellium numero definitus, sed communis hostis omnium, Cic. de Offic. lib, I. c. 29.
(129) In verun paese si troverebbono tanti esempj - di ciò che io dico, quanti nell'Imperio del Mogol, i cui Rayas, i Soubab, i Nabab perpetuamente in guerra cogli Europei, o tra loro, non turbano la neutralità dell'Imperatore: poichè tutti son egualmente pronti, in qualunque esito abbian le loro guerre, a pagare a lui lo stesso Nazer, o sia tributo nel prendere il Firman dell'investitura de' paesi conquistati; atto assolutamente necessario per imprimere nello spirito di que' popoli la legitimità del dominio. Esempj pressochè simili darebbe non solo l'Imperio Turco rispetto ai Bey dell'Africa, ai Kam de' Tartari, e ad altri suoi tributarj, ma anche qualche Sovranità tra' Cristiani.
(130) Non è da rivocarsi in dubbio, che l'esempio de' costumi Asiatici sia stato il solo stimolo ad introdurre qualche cosa di simile tra' Cristiani.
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