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      Nè tra'l contratto, che con essi facevasi, e quello di spedir a far reclute in paese straniero passava altra differenza, che tra'l comprare in grosso, e l'incettare a minuto. Perché siccome non fa differenza il comprar armi a piccole partite da diversi fabricanti, o il trattare con un solo munizioniere per averne tutta la quantità necessaria ad una armata; così avveniva rispetto a questi Condottieri, co' quali si facevan contratti per avere unitamente una grossa squadra di gente tutta armata, montata, addestrata, e fornita de' loro comandanti. S'egli avvenne poi, che taluno de' sopraddetti o per fortuna, o per frode, e scelleratezza pervenne al Principato, ciò non fa, che le stipulazioni fatte con essi si potessero chiamar trattati di sussidj, ma seguirono ad esser Condotte di genti d'arme: perchè non mai essi furono veri Sovrani assoluti, avendo sempre o riconosciuto in feudo il paese occupato, o lasciata l'ombra della libertà in quella republica, che tiranneggiavano. Inoltre non conclusero contratti a nome di quella Signorìa, che possedevano, ma per loro proprio, e privato conto. Simili in tutto alle condizioni de' condottieri Italiani erano quelle, che stipulavansi per aver a soldo gli Svizzeri, i Reitri, i Lanzchenech. Da sì fatta usanza solo si può con verità concludere, che in que' tempi non si riguardava come infrazione della neutralità in un Principe, il lasciar uscir reclute da' suoi dominj, o il permettere, che vi si facessero leve di gente da andare a militare contro qualche Sovrano amico.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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