Così favellava un gentile.
(167) Quod honestum sit id solum bonum esse era il grande assioma degli Stoici. Cic. Paradox.
(168) Vedi di sopra p. 7, e p. 54.
(169) Res inter alios acta.
(170) È volgarissima, e nota a tutti la teoria legale, che niun possa prevalersi de' dritti non suoi, o come i giuristi dicono excipere di jure tertii.
(171) Vedi di sopra alla p. 24. e 25.
(172) Io prendo la voce Privilegio non già nel senso di un dritto privato priva lex, ma nel senso di ciò, che ha forza di dispensare dal dritto. Così da' legisti chiamansi privilegj d'ignoranza tutti que' casi, ne' quali l'ignoranza del dritto, o del fatto ha forza di far, che taluno non rimanga pregiudicato nelle sue ragioni, e non s'intenda avervi rinunziato.
(173) Per spiegarmi anche in questo con una espressione geometrica dirò, che la potenza, o l'impotenza di eseguir le promesse non è una forza motrice contraria, ma solo una forza diversa da quella dell'obligo del patto; sicchè ne risulta una ragion di forze composta, in cui influiscono, ed agiscono gradatamente ambedue le diverse forze, e solo quando l'impotenza diventa un infinito, l'obbligo diventa zero.
(174) In quantum facere potest tenebitur
(175) Vedi p. 7. e 8. la nota.
(176) Vedi p. 10. e 11.
(177) Vedi p. 86. e 87.
(178) Que' metafisici, che vanno cercando altro criterio della verità migliore dell'interna, generale, costante nostra sensazione, e convizione, delirano, e cercano la luce a mezzodì. Quella verità, che si manifesta a noi così, diviene assioma, nè di più convien cercare, o bramare.
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