(251) È assioma in fisica, che si adatta singolarmente al mio presente proposito essere la forza nel contatto infinita.
(252) In maleficio ratihabitio mandato comparatur. Dig. De Reg. Jur. l. 152.
(253) Di chi siavi entrato per forza, come farebbero le truppe d'uno de' guerreggianti, il discorso è tutto diverso, ed ognuno ben lo comprende.
(254) Sotto questo nome generico intendo tutte le classi dè' legati, che chiaminsi ambasciatori, nunzj, plenipotenziarj, inviati, residenti, ministri, incaricati, agenti, poichè riguardo alle essenziali prerogative sono in tutto eguali, e solo variano nelle onorificenze.
(255) Mal approposito si opporrebbe l'esempio de' Romani, che non vollero ricevere gli ambasciatori di Giugurta. Essi non lo ricusarono, ma prevedendo, o sapendo quel, che venivano a dire, dettero la risposta anticipata prefigendo risolutamente quali condizioni accetterebbero, quali nò. Ecco le parole di Sallustio. Senatus a Bestia consultus placeretne legatos Jugurtha recipi mœnibus: iique decrevere nisi regnum ipsumque deditum venissent, uti in diebus proxumis decem Italia decederent. c. 30.
(256) È assioma in legge, che is damnum dat qui jubet dare, ejus vero nulla culpa est, cui parere necesse sit. Dig. de Reg. Jur. l. 167. §. I. e l. 169. Perciò trovasi anche in bocca ai ragazzi il detto, che ambasciator non paga pena, col quale intendono dire non dover esser imputato colui, che riferisce ciocchè da chi potea comandarglielo gli viene imposto di dire.
(257) E vi si aggiunge, che il messo non viene con animo di cambiar Sovrano, e territorio, ma solo per far cosa di comune utilità. Perciò il Sovrano, che l'invia ritiene tutti i dritti sopra di lui, ed è solo suo giudice competente, e quindi deriva l'esenzione assoluta da ogni altro foro.
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