Di questo gruppo di sconcezze farò toccar con mani le assurdità di quì a poco quando degli usi del mare ragionerò.
(269) È tanta l'importanza del tempo, e il non lasciar sfuggire la rapida occasione nelle cose della guerra, che non può ammettersi scusa ai ritardi delle dichiarazioni. È recente l'esempio d'una nazione, che ha mossa la guerra ad un'altra non perchè ne avesse avuta dichiarazion negativa alle sue domande, ma solo perchè la complicata costituzione del governo di essa ritardò la concorde risoluzione sulla richiesta risposta.
(270) È avvenuto nella passata guerra, che essendo un vascello d'uno de' guerreggianti andato ad arenarsi sul lido d'un neutrale, l'altro guerreggiante mandò le lancie della sua flotta a prenderne gli attrezzi, e i cannoni. Si gridò molto, e si disputò se si fosse violata o nò la neutralità territoriale. L'oscurità, in cui vive l'Europa in questa parte di dritto ha lasciata indecisa la questione: era facile risolverla. Il Sovrano del suolo dovea reclamare a sè que' cannoni, come malamente occupati, ed o ritenerli per sè, come ben lo poteva essendo robe derelitte, o se pur volea per generosità rendergli al primo padrone, dovea promettere all'altro guerreggiante di trattenergli, e non dargli se non dopo fatta la pace. La ragione è evidentissima. Un neutrale non può nè vendere, nè prestare, nè donar cannoni ad uno de' guerreggianti durante la guerra, perchè con quell'atto gli accresce le forze, il che è vietato. Dunque neppur potea fargli rilascio di questi arenati sul suolo suo, e che era in balìa del nemico di ritenere se egli non gli avesse reclamati, e domandati per sè in virtù del dominio di quel territorio, sul quale erano stati abbandonati.
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