(271) Non finisco di meravigliarmi come ed il Binckersoech nel luogo citato di sopra, e insiem con lui molti autori di Dritto publico abbian potuta usar tanta trascuraggine in così grave materia da mettersi ad insegnare, che o non si possa in verun caso usare ostilità sul territorio neutrale, o solo si possano incalzando proseguire le ostilità cominciate fuori del territorio. Niente è più contrario alla verità, alla ragione, a tutta la storia. Godono la protezione del territorio neutrale i soli individui pacifici, e inermi appartenenti a taluna delle due nazioni guerreggianti; la godono i loro beni stabili, e i mobili d'innocente utilità; ma non si è mai dubitato, che per qualunque modo s'incontrassero a star nel territorio neutrale o truppe d'armati, o provvisioni di generi destinati al solo uso di guerra, e molto più se vi fossero edifizj di trincee, di ponti, di battelli, di bastioni, di torri inalzatevi dall'un de' guerreggianti, possavi a dirittura andare l'altro ad attaccargli, a combatterli, distruggergli, impadronirsene. Si è anzi avuto per vero, e lo è indubitatamente, che non vi si richiedesse neppure la prevenzione da farsene al Signore del territorio, tanto è lontano, che solo si possano proseguire le ostilità, e non già cominciarle nello Stato, e ne' dominj del neutrale. E veramente (quando non si voglia abusar de' nomi, e scherzar con parole indecentemente in cosa gravissima) già comincia le ostilità chi vi si apparecchia, e vi si dispone. Come mai potrebbesi più creder imparziale quel Principe, che pretenda far valere la sua protezione territoriale sù quegli apparecchi di guerra, ch'egli ha concesso, e tollerato farsi sul territorio suo?
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