Ma è sempre certo, che l'estrema necessità non è un dritto; è una buona scusa. È poi un delirio quel sistema imaginato dal Grozio, che gli uomini tutti quando risolsero di distinguere le proprietà deliberarono, e conclusero in un general Parlamentone (tenuto forse alle falde del monte Ararat) di tornarle a metter in comune ne' casi di necessità. Gli uomini tutti per istinto hanno l'attaccamento alle cose, che con loro fatica occupano, costruiscono, producono; si possiede per istinto, non in virtù di convenzione; i più teneri fanciulli distinguono il mio, e il tuo; le bestie stesse lo capiscono.
(285) Ciò ch'io dico qui è totalmente diverso dagli insegnamenti del Volfio, e degli altri di sopra nominati, poichè coloro insegnavano potersi usar la forza per astringer alle vendite persistendo sempre l'amicizia, la neutralità, e l'indipendenza tra due Sovrani, il che a me è parso assurdo. Per verità sono i moderni giuspublicisti così vaghi di ficcar la forza, e la prepotenza in mezzo all'amicizie, che il famoso Errico Coccejo non s'arrossì d'intitolare una sua dissertazione De jure belli in amicos [Exercit. Curios. II, T. II.] Io sò bene, che suo impegno era di far Dissertazioni Curiose, ma è soverchio curiosa cosa far titoli contradittorj ne' termini. Dir che vi possan esser diritti di guerra contro un amico non è soltanto curioso, è ridicolo, è assurdo.
(286) Anche in cosa tanto chiara non è mancato chi abbagliasse, ed insegnasse diversa dottrina. Il Grozio al lib. III. c. 17. Errico Coccejo nella sopracitata Dissertazione De jure belli in Amicos, ed altri dopo di essi han rapportato il fatto del Pretor Lucio Emilio [Vedi Livio al lib.
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