XXXVII. c. 28], il quale avendo risaputo essersi promesso da' popoli di Teos larga provvision di vino alla flotta del Rè Antioco, ne richiese altrettanta, per la Romana, minacciando altrimenti di trattargli da nemici; onde par che questi autori argomentino doversi da' neutrali dar porzioni eguali ai due guerreggianti. Oh maledetta smania d'intrecciar fatti storici allo studio del dritto puro! Primieramente Livio non spiega se si promise da' Tej di vendere, o di donare il vino ad Antioco. Se si donava, fu eccessiva moderazione di Lucio Emilio il condannargli solo a darne egual misura a lui. Potea giustamente trattargli già come nemici, avendo essi soccorso con viveri donati il nemico di Roma; atto d'indubitabile alleanza. Se fu promesso soltanto di vender il vino, altro dritto non aveano i Romani, che di obbligar i Tej a venderne ad essi ancora tutta quella quantità di cui poteano disfarsi fosse essa maggiore, o minore della promessa a Polissenide Ammiraglio d'Antioco: nè avrebbero avuto dritto d'usar ostilità, o di minacciarle per la vendita fatta prima a colui. In conchiusione da questo fatto, e da quanti ne dà la storia niun vero lume di ragione, e di gius si trarrà mai, e solo ne acquisterà la gloriuola di erudito chi a dritto, o a traverso gl'inzepperà nel libro suo.
(287) Uso questa restrinzione, giacchè ne' casi compassionevoli di tremuoti, di pestilenze, di carestie è così mostruosa l'inumanità di voler calcolare la domanda sul solo bisogno del popolo amico, che giungerebbe talvolta al grado di potersi usar la forza, e le ostilità come contro un aperto nemico.
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