Non può il dritto scompagnarsi in tutto dalla naturale equità: In omnibus quidem, maxime tamen in Jure æquitas spectanda est: Dig. de Reg. Jur. 1. 90.
(288) L'uomo non resta sè non sè per forza di timore in uno stato di violenza, e d'oppressione: an credi posset ullum populum aut hominem denique in ea conditione, cujus eum pæniteat diutius quam necesse sit mansurum [Vedi sopra alla pag. 109]. Tit. Liv. lib. VIII. C. 21.
(289) Il buon vecchio Aristotele insegnò [Lib. V. ad Nicom. c. 5.] darsi la misura al prezzo delle cose da quella, che con greca voce ei chiamò ????? dagli interpreti tradotta colla latina indigentia. Per questo suo detto fu messo il campo a romore. Il Grozio [Lib. II. c. 12. § 12.], il Puffendorf [Lib. V. c. I.], ed innumerabili altri hanno impugnate l'armi per mostrare essere spesso grandissimo il prezzo di cose, di piccolissimo, e quasi di nessun bisogno come l'oro, le gemme, e tutti gli ornamenti del lusso. Ma sono poi costoro ben sicuri di saper la precisa forza della voce usata da Aristotele? Io credo, che essa dinoti piuttosto la somma scarsezza, e la rarità; ed in fatti con questo senso si è conservata finoggi nel volgar dialetto Napoletano in cui è passataSimmo venute ccà servenno Uscìa,
Che de descrezione non haje cria. [Capasso Trad. dell'Iliad. Cant. I.]cioè, che non avete neppur un atomo di discrezione, e di riguardo dice Achille corrucciato ad Agamennone. Pare adunque aver Aristotele indicato, che il desiderio, o sia la ricerca incontrando la rarità fa il prezzo delle cose: e questa è veramente tutta la teoria de' prezzi.
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