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      Or non avrebbero quì ben ragione i neutrali d'esclamarePoffareddio ci mancherebbe questa?
      (311) Non dubitò Samuel Coccejo d'insegnare, [Lib VII. c. 5. § 739. e 740.] che arces & civitates pacatorum occupare bellum gerentes non possunt, nisi hostis loca occupaturus esset, e soggiunse si hostis meus occupare urbem mediam intendit, prævenire eum jure necessariæ defensionis, & occupare fortalitia pacati licet, sub lege tamen restituendi rem, vel ejus pretium cessante necessitate. Lo stesso avea detto la benedett'anima del di lui padre (beatus parens) nella dissertazion de Jure belli in amicos [T. II diss. 3. § 37. e seg.], il quale inoltre si mostrò inclinato a decidere, che si potesse benissimo ritener per sempre una città d'un neutrale, qualor riuscisse di congetturare, che l'altro guerreggiante avesse la stessa interna voglia di possederla per sempre, ed il neutrale non avesse forze da ripulsarlo. Grande Iddio! Così si ragiona sulla morale, e sul dritto degl'innocenti popoli, e de' pacifici Sovrani?
      (312) Non è necessario, che quelle fortezze siano tali, e tanto ben guarnite da chiamarsi inespugnabili; perciocchè nè oggimai esistono più tali fortezze dopo i nuovi raffinamenti d'un'arte distruggitrice, nè se vi fossero occorrerebbe trattar la questione del dritto; il fatto garentirebbe i neutrali. Conserverebbero la loro piazza non perchè il guerreggiante non abbia voluto nè dovuto, ma perchè non avrebbe avuta forza d'occuparla.
      (313) Lib. II. c. 6
      (314) Actio damni infecti, il quale vien definito così Damnum infectum est damnum non dum factum, quod futurum verentur.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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