Che potria proporsi dippiù ad un alleato?
(320) Res damni infecti celeritatem desiderat & periculosa dilatio videtur. Dig. Tit. eod. l. I.
(321) Ho diggià avvertito di sopra [v. pag. 196.], che Samuel Coccejo nel lib. VII. c. 5. tragli obblighi essenziali de' neutrali stabilì questo, quod pacatus utrique bellum gerentium plenissimam securitatem in suo territorio præstare debeat, e senza dir dippiù lasciò all'oscuro i lettori se egli parlava delle truppe de' guerreggianti, o de' soli individui loro vassalli viaggiatori. Supplendo a tanto laconismo, e taciturnità non voglio tralasciar di dire, che rispetto alle armate l'obbligo del neutrale si ristringe a questi due articoli: primo il far, che da' suoi proprj sudditi non ricevano quelle alcun trattamento ostile: secondo, che rispetto ai loro avversarj, e nemici sia loro concessa la facilità di premunirsene, e guardarsene come meglio fanno, e possono, ma in niente vi tramischino nè il neutrale, nè i sudditi suoi. Cessa perciò in tutto il dritto di protezione del neutrale nel territorio suo verso chi non vi stà con animo pacato al pari del Signore di esso, e ciò essendo manifesto, ed essendo facile il dedurne le conseguenze non mi dilungherò di più.
(322) Dig. Lib. I. Tit. 3. leg. 5.
(323) Dà Cicerone questa lode a Pompeo, cujus legiones sic in Asiam pervenerunt ut non modo manus tanti exercitus, sed ne vestigium quidem cuiquam pacato nocuisse dicatur. Pro leg. Manil. c. 13.
(324) De la Saisie &c. § 7.
(325) v. p. 112., e p. 142.
(326) Meditandovi si conoscerà non potersi dir sincera l'amicizia d'un Sovrano verso d'un altro qualora non ha ribrezzo d'accarezzare, e premiare il contravventore alle leggi di quello.
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