Pagina (436/527)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Eccone alcuni luoghi [Lib II. c. 3.] quia in victum victori licent omnia, jus quoque vitæ & necis penes victorem esse nemo dubitaverit... Quamvis autem jus occidendi fere obsoluerit, id tamen soli victoris voluntati ac clementiæ tribuimus, neque adeo negamus adhuc exerceri posse si quis omnino jure suo uti velit. Ed al Cap. I. commentando la definizion della guerra, avea detto Dixi per vim. Non per vim justam, omnis enim vis in bello justa est si me audias, & ideo justa, cum liceat hostem opprimere etiam inermem, cum liceat veneno, cum liceat percussore immisso, & igne factitio, quem tu habes, & ille non habet, denique cum liceat quomodocumque libuerit. Scio Grotium de veneno contradicere, sed si rationem juris gentium magistram sequamur, in hostes, qua hostes, omnia licent. Io non sò qual sensazione ecciteranno in altri, le sopracitate parole; confesso bene, che io non posso leggerle senza sentirmi stimolato ad interrogar subito se chi le ha scritte cammini col viso libero, o siaglisi posta una musoliera, come s'usa agli orsi, alle tigri, ai cani mordaci.
      (349) Parmi, che il Volfio (il primo; che adequatamente ha ragionato su' dritti della guerra) avesse voluto indicar lo stesso, che io qui sostengo allorchè disse al §. 1194. captivi, naturaliter non fiunt servi; ma soverchio oscura, e mal digerita è quella sentenza, giacchè neppur gli antichi giureconsulti negarono, che la servitù fosse contraria alla natura. Dovea sempre specificarsi però coll'ultima precisione quali siano i dritti del vincitore sul preso in guerra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





Lib II Dixi Grotium Volfio