Errico Coccejo prese l'inaspettato, e strano partito di dir le due sentenze contraddittorie, acciocchè poi ogniuno fosse in libertà di sceglier quella, che più gli aggradisse. Per non esser tacciato io di calunniatore ecco le di lui parole: Hinc si quis hosti, etsi indigenti maxime, pecuniæ summam credat, qua ipse arma militesque comparat, nullum ideo erit in ipsum jus belli, cum ea quoque res liberi commercii, &, pacis sit, modo intra officium mediorum id fiat. At si hostem nostrum inopia pecuniæ; in præsenti periculo jam constitutum, credita pecunia inde liberet, vel animo nocendi id faciat, obtinebit in eum jus belli. Diss. de Jure belli in amic. §. 20. Come si può figurar un caso, che si presti denaro, e non vi sia il pensiere di giovare a colui, a cui si presta?
(378) Chiunque ha la più leggiera idea del commercio sà benissimo esser esso sempre composto d'attivo, e di passivo, cioè di spedizioni, e di ritorni. La bilancia di questi commercj non è sempre direttamente eguale tra nazione, e nazione: s'equilibra poi col giro delle cambiali, o col volger degli anni, giacchè nè tra due popoli soli, nè in ogni anno lo stato del commercio è mai eguale; ma bisogna pur, che ritorni dopo un determinato spazio di tempo all'eguaglianza, o che la nazione, che s'indebita sempre, si spossi alla fine di denaro, fallisca, e vada in totale ruina. Perciò sarebbe impossibile nel corso d'una guerra, che è uno stato violento e momentaneo, tener conto della bilancia del commercio d'una nazione, e soprattutto d'una impegnata nella guerra.
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