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      Quo fit, ut non facto ipso tantum, sed & studiis ac animis hostium partes tueatur. §.17. Dissert, ead. Per verità è idea in tutto nuova il voler far dipendere la più terribile risoluzione, che possa prender un giusto Principe, quale è il muover guerra, dall'andar penetrando nell'interno de' cuori umani, e indovinare se chi commercia, e vende, lo fa per dar piacere ad altri, o per trar egli profitto. Stia però pur sicuro il Coccejo, ed a parola mia creda, che chi vende, e traffica pensa solo al suo vantaggio, e a trar buon prezzo dall'altrui bisogno. Un negoziante non conosce nè patria, nè amici, nè alleati, nè nemici. Chi ben paga è il suo solo amico, e questa avidità mercantile suol esser cagione della morte delle republiche negozianti.
      (382) Ho di sopra alla p. 282. nella nota I. rapportata la dottrina, o per meglio dire la confusione di due insegnamenti contradittorj dati dall'Errico Coccejo su questo. Quella del Vattel non è punto migliore, nè più chiara: Il en est de même de l'argent, qu'une nation auroit coûtume de prêter á usure. Que le Souvrain, ou ses sujets prêtent ainsi leur argent á mon ennemi, & qu'ils me le refusent, parce qu'ils n'auront pas la même confiance en moi, ce n'est pas enfreindre la neutralitè. Ils placent leurs fonds ou ils crojent trouver leur sûretè... Mais si le prêt se faisoit manifestement pour mettre un ennemi en êtat de m'attaquer, ce seroit concourir a me faire la guerre. Un pochin pochino di riflessione, e di giudizio avrebbe manifestato subito l'impossibilità d'applicare ai casi, che avvengono, una così delicata distinzione.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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