Dig. l. XXXVIIII Tit. 5. l. 2. §. 2.
Præmatura est enim spes collationis cum adhuc vivat is, cujus de bonis debetur. Dig. L. XXXVII. Tit. 6. l. §. 21.
(501) V. p. 363 nota 1
(502) V. p. 354 nota 1
(503) Contentus paucis lectoribus. Horat. serm.
(504) Di quali dritti si abbiano contro chi conduceva viveri ad una fortezza ignorando, che fosse già stata cinta d'assedio, o contro chi conduceva munizioni da guerra ad una Potenza, che credeva ancor in pace colle altre, ragionerò di qui a poco.
(505) Ho di sopra alla p. 362. nella nota rapportato il veramente strano patto d'un Trattato tral Portogallo, e l'Olanda, nel quale il Portogallo si contentò di tollerare il controbando di guerra. Non ho notizia d'altri esempj simili di stipulazioni generali nella storia, ma molti ce ne fornisce di particolari salvi condotti. Il cuor benefico ed umano d'Errico IV. spesse volte nelle guerre civili della Francia consentì a lasciar entrar viveri nelle città, che teneva assediate; e di certi soccorsi, che più particolarmente riguardano l'umana miseria (come sono i medicamenti, e quanto bisogna agli ospedali) oggi è divenuta così frequente la concession del trasporto, che si può dir convertita in consuetudine dell'Europa civilizzata.
(506) V. p. 374.
(507) Nel seguente capo più distintamente spiegherò quali siano le condizioni, che costituiscono il mar libero, ed il mar chiuso, e la differenza tra' golfi, e gli stretti.
(508) Il caso dell'istantanea aggressione esclude ogni varietà di stato, e di condizione: l'amico, il nemico, il suddito, il non suddito si eguagliano, nel caso di tentata violenza: vim vi repellere omnes leges, omniaque jura permittunt.
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