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      E se gli uomini fossero tutti buoni, questo precetto non saria buono; ma perchč sono tristi, e non l'osserverebbono a te, tu ancora non l'hai da osservare a loro. Nč mai ad un Principe mancaranno cagioni leggitime di colorare l'inosservanza. Di questo se ne potriano dare infiniti esempj moderni, e mostrare quante paci, quante promesse sono state fatte irrite, e vane per la infidelitą de' Principi, ed a quello che ha saputo meglio usare la volpe, č meglio successo. Ma egli č necessario questa natura saperla ben colorire, ed essere gran simulatore, e dissimulatore; e sono tanto semplici gli uomini, e tanto ubbidiscono alle necessitą presenti, che colui che inganna troverą sempre chi si lascerą ingannare. Macchiav. Principe. Cap. 18.
      (640) Miseram pacem vel bello bene mutari. Tacit. Annal. lib. III.
      (641) Quia pavidis consilia in incerto sunt: Tacit. Annal. lib. II.
      (642) Ad un principe debole niun partito č buono: non quel della neutralitą, perchč non ha forze da sostenersi, e da reggersi in piedi, e sarą sempre preda di chi guerreggia, e giuoco di chi vince. Ma di niuno č pił dura la condizione, che di colui, il quale oltre la debolezza ha lo Stato in mezzo di due Principi pił potenti di lui, che guerreggiano insieme. Giovanni Botero della Neutralitą.
      (643) Hostem petens (Alexander) milites a populatione Asię prohibuit, parcendum suis rebus pręfatus, nec perdenda ea, quę possessuri venerant. Giustino Stor. l. XI. c. 6.
      (644) Perchč in conclusione Ragion di Stato č poco altro, che Ragion d'Interesse.


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De' doveri de' principi neutrali verso i principi guerreggianti e di questi verso i neutrali
Libri due
di Ferdinando Galiani
1782 pagine 527

   





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