Sed & meliorem in bello caussam quam in pace habemus; nam qui deliberavi desciverunt, Tacit. Hist. lib. II. c. 78.
È ancora stimato un Principe quando egli è vero amico, e vero nimico, cioè quando senza alcun rispetto si scuopre in favore d'alcuno contro un altro, il qual partito sia sempre più utile, che star neutrale; perchè se due potenti tuoi vicini vengono alle mani, o essi sono di qualità, che vincendo un di quelli tu abbi da temere del vincitore, o nò. In qualunque di questi due casi sempre ti sarà più utile lo scoprirti e far buona guerra; perchè nel primo caso se tu non ti scopri, sarai sempre preda di chi vince con piacere e sodisfazione di colui, che è stato vinto, e non harai ragione, nè cosa alcunar che ti difenda, nè che ti riceva. Perchè chi vince non vuol amici sospetti, e che nelle avversità non l'ajutino: chi perde non ti riceve per non aver tu voluto con l'armi in mano correre la fortuna sua... Ed i Principi mal resoluti per fuggire i presenti pericoli seguono il più delle volte quella via neutrale, ed il più delle volte rovinano. Macchiav. Principe c. 21.
(658) Botero della neutr.
(659) Machiav. Princ. c. 18.
(660) Nè creda mai alcuno Stato poter pigliar partiti sicuri; anzi pensi d'haver a prendergli tutti dubj; perchè si trova questo nell'ordine delle cose, che mai non si cerca fuggire uno inconveniente, che non s'incorra in un'altro. Ma la prudenza consiste in saper conoscere la qualità degli inconvenienti, e prendere il manco tristo per buono. Machiav. Princ. c. 21.
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