Ma questa ipotesi permette di osservare e identificare solo una parte delle difficoltà; nelle esperienze scientifiche non è solo la forza visiva in gioco. Come dice il Camis: l'Ekehorn punge un glomerulo di rene di rana con una cannula «la cui preparazione è opera di tanta finezza e tanto legata alle indefinibili ed inimitabili intuizioni manuali dello sperimentatore, che lo stesso Ekehorn, nel descrivere l'operazione del taglio a sghembo del capillare di vetro, dice di non poterne dare i precetti a parole, ma deve accontentarsi di una vaga indicazione». L'errore è di credere che simili fenomeni si verifichino solo nell'esperimento scientifico. In realtà, in ogni officina, per certe operazioni industriali di precisione, esistono specialisti individuali, la cui capacità si basa proprio e solo sull'estrema sensibilità della vista, del tatto, della rapidità del gesto. Nei libri di Ford si possono trovare esempi in proposito: nella lotta contro l'attrito, per ottenere superfici senza minime granulosità o ineguaglianze (ciò che permette un risparmio notevole di materiale) si sono fatti passi in avanti incredibili, con l'aiuto delle macchine elettriche, che collaudano l'aderenza perfetta del materiale come l'uomo non potrebbe fare. È da ricordare il fatto riferito dal Ford di un tecnico scandinavo che riesce a dare all'acciaio una tale eguaglianza di superficie che per staccare due superfici fatte aderire tra loro occorre il peso di alcuni quintali.
Ciò che pertanto osserva il Camis non ha nessuna coerenza con le fantasticherie del Borgese e delle sue fonti.
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