Sono da confrontare anche i due volumi sulla Dialettica di B. Labanca, cattolico. Del resto nel suo capitolo su «Dialettica e logica» nei Problemi fondamentali Plekhanov concepisce la dialettica come una sezione della logica formale, come la logica del movimento in confronto alla logica della stasi. Il legame tra dialettica e retorica continua anche oggi nel linguaggio comune, in senso superiore quando si vuole indicare una oratoria stringente, in cui la deduzione o il nesso tra causa ed effetto è di carattere particolarmente convincente e in senso deteriore per l'oratoria pagliettesca, che fa stare a bocca aperta i villani.
Valore puramente strumentale della logica e della metodologia formali. Si può accostare la logica formale e la metodologia astratta alla «filologia». Anche la filologia ha un valore schiettamente strumentale, insieme con l'erudizione. Una funzione analoga è quella delle scienze matematiche. Concepita come valore strumentale, la logica formale ha un suo significato e un suo contenuto (il contenuto è nella sua funzione) cosí come hanno un loro valore e un loro significato gli strumenti e gli utensili da lavoro. Che una «lima» possa indifferentemente essere usata per limare ferro, rame, legno, diverse leghe metalliche ecc., non significa che sia «senza contenuto», puramente formale ecc. Cosí la logica formale ha un suo sviluppo, una sua storia, ecc.; può essere insegnata, arricchita ecc.
La tecnica del pensare. Su questo argomento è da confrontare l'affermazione contenuta nella prefazione dell'Antidühring (3ª ed., Stoccarda, 1894, p. XIX) che «l'arte di operare coi concetti non è alcunché di innato o di dato nella coscienza comune, ma è un lavoro tecnico del pensiero, che ha una lunga storia, né piú né meno della ricerca sperimentale delle scienze naturali» (citato dal Croce in Materialismo storico ed economia marxistica, 1921, IV, p. 31). Questo concetto è richiamato in parecchie note.
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