«Mercato determinato» equivale pertanto a dire «determinato rapporto di forze sociali in una determinata struttura dell'apparato di produzione», rapporto garantito (cioè reso permanente) da una determinata superstruttura politica, morale, giuridica. Dopo aver rilevato queste forze decisive e permanenti e il loro spontaneo automatismo (cioè la loro relativa indipendenza dagli arbitrii individuali e dagli interventi arbitrari governativi) lo scienziato ha, come ipotesi, reso assoluto l'automatismo stesso, ha isolato i fatti meramente economici dalle combinazioni piú o meno importanti in cui realmente si presentano, ha stabilito dei rapporti di causa ed effetto, di premessa e conseguenza e cosí ha dato uno schema astratto di una determinata società economica (a questa costruzione scientifica realistica e concreta si è in seguito venuta sovrapponendo una nuova astrazione piú generalizzata dell'«uomo» come tale, «astorico», generico, astrazione che è apparsa la «vera» scienza economica).
Date queste condizioni in cui è nata l'economia classica, perché si possa parlare di una nuova «scienza» o di una nuova impostazione della scienza economica (il che è lo stesso) occorrerebbe aver dimostrato che si sono venuti rilevando nuovi rapporti di forze, nuove condizioni, nuove premesse, che cioè si è «determinato» un nuovo mercato con un suo proprio nuovo «automatismo» e fenomenismo che si presenta come qualcosa di «obbiettivo», paragonabile all'automatismo dei fatti naturali. La economia classica ha dato luogo a una «Critica dell'economia politica» ma non pare che finora sia possibile una nuova scienza o una nuova impostazione del problema scientifico.
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