Conversazioni Critiche, Serie prima, pp. 150-153). Si ha l'impressione che il ragionamento del Croce sia piuttosto da letterato e da costruttore di frasi ad effetto.
[La caduta tendenziale del saggio del profitto.] Nello scritto sulla caduta tendenziale del saggio del profitto è da notare un errore fondamentale del Croce. Questo problema è già impostato nel I volume della Critica dell'economia politica, là dove si parla del plusvalore relativo e del progresso tecnico come causa appunto di plusvalore relativo; nello stesso punto si osserva come in questo processo si manifesti una contraddizione, cioè mentre da un lato il progresso tecnico permette una dilatazione del plusvalore, dall'altro determina, per il cangiamento che introduce nella composizione del capitale, la caduta tendenziale del saggio del profitto e ciò è dimostrato nel III volume della Critica dell'Economia Politica. Il Croce presenta come obbiezione alla teoria esposta nel III volume quella parte di trattazione che è contenuta nel I volume, cioè espone come obbiezione alla legge tendenziale della caduta del saggio del profitto la dimostrazione dell'esistenza di un plusvalore relativo dovuto al progresso tecnico, senza però mai accennare una sola volta al I volume, come se l'obbiezione fosse scaturita dal suo cervello, o addirittura fosse un portato del buon senso. (Tuttavia occorrerà rivedere i testi della Critica dell'Economia politica prima di presentare questa critica all'obbiezione del Croce, cautela che d'altronde si intende necessaria per tutte queste note, che sono state scritte in grandissima parte fondandosi sulla memoria). In ogni caso è da fissare che la quistione della legge tendenziale del saggio del profitto non può essere studiata solamente sull'esposizione data dal III volume; questa trattazione è l'aspetto contraddittorio della trattazione esposta nel I volume, da cui non può essere staccata.
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