La quistione può essere impostata cosí: essendo lo Stato la forma concreta di un mondo produttivo ed essendo gli intellettuali l'elemento sociale da cui si trae il personale governativo, è proprio dell'intellettuale non ancorato fortemente a un forte gruppo economico, di presentare lo Stato come un assoluto: cosí è concepita come assoluta e preminente la stessa funzione degli intellettuali, è razionalizzata astrattamente la loro esistenza e la loro dignità storica. Questo motivo è basilare per comprendere storicamente l'idealismo filosofico moderno ed è connesso al modo di formazione degli Stati moderni nell'Europa continentale come «reazione-superamento nazionale» della Rivoluzione francese che con Napoleone tendeva a stabilire una egemonia permanente (motivo essenziale per comprendere il concetto di «rivoluzione passiva», di «restaurazione-rivoluzione» e per capire l'importanza del confronto hegeliano tra i principii dei giacobini e la filosofia classica tedesca).
A questo proposito si può osservare che alcuni criteri tradizionali di valutazione storica e culturale del periodo del Risorgimento devono essere modificati e talvolta capovolti: 1) le correnti italiane che vengono «bollate» di razionalismo francese e di illuminismo astratto sono invece forse le piú aderenti alla realtà italiana, in quanto, in realtà, concepiscono lo Stato come forma concreta di uno sviluppo economico italiano in divenire: a ugual contenuto conviene uguale forma politica; 2) sono invece proprio «giacobine» (nel senso deteriore che il termine ha assunto per certe correnti storiografiche) le correnti che appaiono piú autoctone, in quanto pare sviluppino una tradizione italiana.
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