Il manuale del Lapidus e Ostrovitianov da questo punto di vista è «dogmatico», presenta le sue affermazioni e i suoi svolgimenti come se essi non fossero «contestati» e rigettati radicalmente da nessuno, ma fossero l'espressione di una scienza che dal periodo di lotta e di polemica per affermarsi e trionfare è già entrata nel periodo classico della sua espansione organica. Evidentemente questo non è il caso, invece. Il compendio deve essere appunto energicamente polemico ed aggressivo e non lasciare senza risposta (implicita e sottintesa nella propria autonoma impostazione, se cosí forse è meglio) ogni quistione essenziale o che come essenziale è presentata dall'economia volgare, in modo da cacciare questa qui da tutti i suoi ripari e le sue difese e squalificarla al cospetto delle giovani generazioni di studiosi; 8) il compendio di scienza economica non può andare disgiunto da un corso di storia delle dottrine economiche. Il cosí detto IV volume della Critica dell'Economia politica è appunto una storia delle dottrine economiche e con questo titolo appunto è stato tradotto in francese. Tutta la concezione dell'economia critica è storicistica (ciò che non vuol dire che essa debba confondersi con la cosí detta scuola storica dell'economia) e la sua trattazione teorica non può scompagnarsi da una storia della scienza economica, il cui nucleo centrale oltre che nel detto IV volume può ricostruirsi in parte almeno da accenni contenuti dispersamente in tutta l'opera degli scrittori originari; 9) cosí non si può fare a meno di una sia pur breve introduzione generale che sulla traccia della prefazione alla 2ª edizione del I volume dia un'esposizione riassuntiva della filosofia della prassi e dei principi metodologici piú importanti ed essenziali, estraendoli dall'insieme delle opere economiche, dove sono incorporati nella trattazione o dispersi e accennati quando se ne presenta l'opportunità concreta.
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