180, Lire 6 e l'articolo di Guido De Ruggiero sull'«Educazione Nazionale» (del Lombardo Radice) del marzo 1933 non possono servire a dimostrare che l'idealismo appoggia il clericalismo, ma che singoli idealisti non trovano nella loro filosofia un terreno solido di pensiero e di fede nella vita. (Su questa polemica cfr. anche stesso numero della «Civiltà Cattolica» articolo Brancolando in cerca di una fede e articoli nei nn. sgg. della «Civiltà Cattolica»).
III. Dal cap. XI della II parte del Rinnovamento del Gioberti è da trarre questo brano di storia della filosofia: «L'umanismo si collega colle dottrine filosofiche anteriori ed è l'ultimo termine del psicologismo cartesiano, che, tenendo vie diverse in Francia e in Germania, riuscí nondimeno allo stesso esito. Imperocché, trasformato dal Locke e dal Kant in sensismo empirico e speculativo, partorí a poco andare per forza di logica l'ateismo materiale degli ultimi condillacchiani e l'ateismo raffinato dei nuovi hegelisti. Già Amedeo Fichte, movendo dai principi della scuola critica, aveva immedesimato Iddio coll'uomo: come dipoi Federico Schelling lo confuse con la natura; e l'Hegel, raccogliendo i loro dettati e consertandoli insieme, considerò lo spirito umano come la cima dell'assoluto; il quale, discorrendo dal punto astratto dell'idea nel concreto della natura e trapassando in quello dello spirito, acquista in esso la coscienza di se medesimo e diventa Dio. I nuovi hegelisti, accettando la conclusione, rigettano l'ipotesi insussistente dell'assoluto panteistico e l'edifizio fantastico delle premesse; onde, invece di affermare col maestro che lo spirito è Dio, insegnano che il concetto di Dio è una vana immagine e una larva chimerica dello spirito». Pare interessante la nota del Gioberti che la filosofia classica tedesca e il materialismo francese siano la stessa cosa in linguaggio diverso ecc.
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