Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell'animalità per ritrarne nuovo vigore. Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca.
Aspetto il socialismo anche per questa ragione. Perché scaraventerà nell'immondezzaio tutte queste date che ormai non hanno piú nessuna risonanza nel nostro spirito e, se ne creerà delle altre, saranno almeno le nostre, e non quelle che dobbiamo accettare senza beneficio d'inventario dai nostri sciocchissimi antenati.
(1° gennaio 1916).
IL NUOVO COLLARE
Beh! Contenti tutti, contento anch'io. Il nostro concittadino adottivo, illustre fra gli illustri, è stato insignito del collare dell'Annunziata, è diventato cugino del re come Giolitti. Ho letto i commenti dei giornali. Pare che nessuna delle grandi onorificenze abbia raccolto tante approvazioni. Segno che l'on. Boselli se lo meritava — il collare.
Io compio uno di quegli sforzi di obiettività che di solito mi abbisogna ogniqualvolta guardo fuori della nostra cerchia, e considerando i meriti borghesi degli altri incollarati — dallo Spingardi, vituperato per via della neutralità, al Marcora in odore di massonismo e che deve molto, se non tutto, al Giolitti — devo convincermi che l'on.
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