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      È perciò che gli intellettuali, nella crisi attuale, non solamente sono stati piú degli altri esposti al contagio bellico, ma hanno contribuito prodigiosamente a diffonderlo. Aggiungo (è la loro punizione) che essi ne sono le piú grandi vittime, poiché mentre gli uomini comuni esposti all'azione incessante della loro esperienza e della vita d'ogni giorno, si cambiano con esso e lo fanno senza rimorsi, gli intellettuali sono legati alla logica del loro pensiero, e ognuno dei propri scritti è per loro un legame di piú...
      Il vero intellettuale., il vero intelligente, è chi non fa di sé e del proprio ideale il centro dell'universo: chi, guardandosi attorno, vede, come nel cielo i fiotti della Via Lattea, i milioni di piccole fiamme che scorrono con la sua, e non cerca di assorbirle né di imporre loro la sua strada, ma di compenetrare religiosamente della necessità di tutte, della sorgente comune del fuoco che le alimenta.
     
      Ma ce ne sono di veri intellettuali mentre la guerra dura?
      Non è forse Romain Rolland un solitario, un esiliato, un calunniato?
      Ernesto Bertarelli non vorrà rispondere...
      (11 gennaio 1916).
     
     
      IL SERVIZIO PERFETTO
     
      Ebbene, dopo l'imbiancatura di ieri, vediamo di essere piú bravi figliuoli. Parlo di cose serie.
      Sono completamente d'accordo col prof. L. Einaudi. Il servizio postale è idealmente il piú perfetto, è il servizio pubblico per eccellenza. Sembra anticipare il tempo beato in cui basterà premere un tasto determinato per avere sul momento l'oggetto che si desidera. Il servizio postale è economicamente e liberamente ideale, perché è pagato volta a volta da chi se ne serve e non è fatto andare avanti con le entrate generali dello Stato.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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