O fortunato ed ingrato Bevione! Anche le monache avevano pregato per lui che si presentava nei comizi squassando una certa sua divisa da moschettiere debellatore del peccato e del diavolo socialista. E che fretta ha avuto nel voler precipitare dall'altare! L'arcangelo di dio lo č diventato dell'architetto dell'universo, il nazionalista violento e paradossale č ora un democratico frollo ed aduggiante, e ha spezzato tanti cuori, ha suscitato nelle fredde ed austere celle dei monasteri tanti drammi di cuori femminei. Chissā quanti sogni e quante chimere per il deputatino caro alla madre superiora e al vescovo. Fortunato e ingrato Bevione! Ma la vita ha necessitā e consolazioni innumerevoli e se mancheranno per un'altra volta le preghiere del convento, rimarrā lo stipendio da semi-ministro faticosamente sudato dalle casse e dagli azionisti del giornale della democrazia piemontese.
(21 gennaio 1916).
ELOGIO DELLA POCHADE
Odio le persone cosí dette serie, che cercano, abusando di questo loro carattere da commedia, di truffare la nostra buona fede. Preferisco l'impudenza sfacciata, la monelleria piú scrosciante di allegria, anche l'abiezione che non ha vergogna di se stessa e si mostra trionfante alla luce del sole. Almeno so con chi ho da fare, so come regolarmi, non sospetto trappole al mio buon cuore, e se mi prende vaghezza in qualche momento della mia giornata faticosa, di fare contro i reumatismi della logica i bagni di fango, so dove andare e come cavarmela. Corro qualche pericolo, lo so, ma non mi spavento.
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Bevione Bevione
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