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      Egli è ormai preso tutto dal suo compito di gattone vizioso che inarca gentilmente la schiena a tutte le mani che vogliono solleticarne i delicati nervi, e fa le fusa e le moine con gli occhi incantati nuotanti nel sego. Poi drizza le penne di pappagallo e sventola gli straccetti. Italien über alles — l'ha detto anche il professor Cian.
      (31 gennaio 1916).
     
     
      IL PORCELLINO DI TERRA
     
      È avvenuto per la guerra come quando in campagna si rovescia qualche grosso sasso, e si vedono scappare da tutte le parti certi animaletti biancastri velocissimi che s'incrociano da tutte le parti come ammattiti. La guerra ha fatto sbucar fuori tanta di quella gente nuova che ora si dimena in tutti i modi poiché la concorrenza è minore, e questa condizione di monopolio non può durare a lungo. Ne conosciamo uno di questi porcellini di terra. Prima della guerra, con le maniche di lustrina egli trascorreva la vita a catalogare carielli e cessi inglesi; e tra l'uno e l'altro intercalava dei formidabili articoli follaioli che dovevano ogni settimana mettere chissà che atroce paura nella persona del monarca: perché il nostro porcellino non aveva peli sulla lingua e non le mandava a dire le parole. Con quel suo aspetto di moschettiere del cesso inglese, con quegli occhi roteanti nell'orbita doveva essere una continua causa di timore fra i suoi colleghi in carielli e cessi inglesi. Perché da un anarchico che scriveva certe cose in quel certo modo, c'era da aspettarsi di tutto, persino che cercasse di ammazzare Francesco Giuseppe e Guglielmo.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Cian Francesco Giuseppe Guglielmo