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      Ha tante volte demolito il re documentando infamie e turpitudini da far drizzare i peli anche alle jene, ora documenta che Barberis ha sputato in un tram, orrore degli orrori, e domanda perciò alla questura che sia tagliata la testa al cittadino ex carrettiere. Be'! non par vero che tra i carielli e i cessi inglesi si possa succhiare nel sangue tanta ferocia. Peccato che essa non se la senta di misurarsi con quella dei cittadini di Francesco Giuseppe.
      (1° febbraio 1916).
     
     
      «ARIA AI MONTI» PREGA
     
      Stanco per il travaglio della gran giornata, «aria ai monti» si è ritirato nei suoi appartamenti, e, esaminato ancora una volta il suo medagliere, tolta qua e là un po' di polvere dai nastrini, si è inginocchiato a pregare.
      «O Dio che assegnasti all'Italia i suoi confini, fa' che Salandra assegni anche a me qualche cosa di nuovo. Troppo ha sofferto il mio cuore quando ha dovuto accettare il fatto compiuto e mandare in soffitta il solitario di Cavour, perché questo dolore non meriti ricompensa. So che il cittadino della pugliese Troia è un po' aspro, un po' angoloso, e se avesse potuto farlo senza nocumento, chissà quante pedate avrebbe affibbiate ai vari Grosso-Campana e Giordano che lo complimentavano d'aver fatto ciò che per loro è stato, viceversa, il piú mostruoso dei delitti. Ciò mi preoccupa e mi rende triste. Poiché io, o Dio mio, ho una debolezza (ma chi non ha debolezze in questo mondo miserrimo?), e se questa cosí grande occasione trascorresse senza portarmi nulla, io ne morrei. Pensaci tu, o padre di tutte le cose.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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