(3 febbraio 1916).
PICCOLA CAROGNA
Lettel è incorreggibile. Ne abbiamo già illustrate le deficienze intellettuali e morali in un «corsivo» che ebbe un vero successo, poiché non vi è a Torino un cane che abbia per questo piccolo idiota almeno un po' di commiserazione. E benché sia poco soddisfacente ritornare ad occuparci di questo mascalzone, è bene farlo, soprattutto perché nei piccoli fatti si rivelano meglio gli uomini e lo spirito animatore dei direttori e dei loro grandi giornali si manifesta nella cronachetta, piú che nei solenni articoli calcolati e levigati.
Ieri i giudici torinesi hanno trovato modo di infliggere due anni e sei mesi di reclusione a due operai, Riccardo Zampillo e Pietro Campo, ritenuti responsabili di una sassaiola contro i vetri d'una conceria, avvenuta a Borgaro nello sciopero generale del maggio scorso. E Lettel sulla «Gazzetta del Popolo» usa questo frasario: «Gli scioperi sciagurati, alcuni illusi, i pesciolini rimasti al solito nella rete (che sarebbero i due imputati), i veri responsabili che sfuggirono (che saremmo naturalmente noi)». La «Gazzetta del Popolo» ha dato del processo un resoconto falso perché ha taciuto una parte di quanto ne è risultato. Scrive il giornale interventista e non democratico, dicono, quanto il «Popolo»:
Questi (lo Zampillo) subito si mise a fare opera di pacificazione gridando che per carità smettessero di tirar pietre, e si convenne che il direttore lascerebbe uscire gli operai, ma che però potrebbe continuare lo scarico urgente di un carro e che gli scioperanti cesserebbero la sassaiola.
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