Sensualismo, sbraita Saverio, e distingue risibilmente la vera corrente cattolica francese dei Bourget e dei Barrès (che è cattolico per convenienza politica) da quella di Claudel, che pure osserva tutte le pratiche del culto, dal digiuno del venerdí alla preghiera dell'angelo custode. Il piccolo fariseo del consiglio comunale pare abbia la fobia della scollacciatura, eppure non sarebbe difficile dimostrare che scrittore piú pornografico di lui non esiste neppure tra i collaboratori di «Sigaretta» o di «Voluttà». E non già per il fatto noto che il nostro moralista ami recarsi ai piú spettacolosi veglioni a braccetto di eleganti donnine, ma perché, come mi confessava un molto intimo amico, quando si legge una delle pappolate poetiche pascolineggianti di Saverio, è tanto il ribrezzo che destano in chi è sano di cervello e di corpo quelle sue Concette servette di curati intabaccati, che entra furiosamente nelle vene il desiderio di abbracciare una bella donna viva che non sia gelatinosa e clorotica come quelle che la fantasia dei solitari masturbatori del «Momento» offre alla libidine dei giovani della «Cesare Balbo».
Pare inoltre che alcuni censori piú papalini del papa e piú «autentici cattolici» di Saverio si domandino se sia compatibile il mestiere di moralizzatore a tutti i costi e quello di avvocato difensore anche delle peggiori canaglie. Infatti se è sensuale Claudel, perché nei suoi libri introduce personaggi che ubbidiscono anche a quegli istinti demoniaci bollati dal critico, come potrebbe definirsi l'avvocato cattolico che per amor della parcella difende anche chi conosce per perfetti bricconi?
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