— Ma che pensi del mio discorso, del mio, sai?
— Ma è proprio tuo?
— E di chi dovrebbe essere?
— Dunque non è vero che te li prepara un certo letterato...
— Vedo che vuoi scherzare. Sei sempre arguto; non sei mai di malumore. T'invidio... Ma quel Salandra! Mi ha dato dell'amico carissimo, e poi col suo discorso, guarda un po' che vespaio ha voluto sollevare. Ma è cosí scontroso, sai? ... Però, senti Giovannino...
A questo punto «aria ai monti» fa per prendere a braccetto Giolitti. Siamo presso l'automobile. «Aria ai monti» fa cenno allo chaffeur di attendere ancora.
Caso raro! I due personaggi sono passati sotto le tettoie della stazione senza il solito codazzo di curiosi.
— Senti dunque Giovannino, Salandra mi fa capire che... Ah, se non ci fosse quel Frassati, cosí duro con la sua testa di biellese.
Giolitti sorride in modo non dubbio; sorride ironicamente. Allunga il passo e senza attendere la riverenza dello chauffeur sale sull'automobile. «Aria ai monti» lo segue e via verso l'Hôtel Boulogne.
Piú tardi al Boulogne tento un altro avvicinamento. Non attacca. Guercio non può prendermi per un figliuolo di Donvito e debbo andarmene. Di certo so solo che il discorso iniziato all'arrivo del treno tra Giolitti e «aria ai monti» è proseguito al Boulogne per oltre mezz'ora e che un cameriere ha udito tutto o quasi...
Chissà che non riesca a pescar quel cameriere...
(10 febbraio 1916).
IL PUDORE
È quella tal delicatissima cosa che ognuno sarebbe imbarazzatissimo a definire. Complesso di sensazioni di ribrezzo, di nausea per certi atteggiamenti fisici e morali che variano di volta in volta e di persona in persona, pur mantenendo immutato il nome.
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