E plebeamente continueremo ad attaccare e rivendicare il diritto d'aggressione contro tutte le volgarità e anche contro coloro che confondono il plebeo col volgare.
(14 febbraio 1916).
LA BUONA STAMPA
Mi piace fermarmi a lungo dinanzi alle vetrine dei librai e scorrere cogli occhi i volumi allineati, cercando di fissarmi bene nel cervello l'immagine di quelli che piú vorrei avere. Mi fermo anche dinanzi alle librerie cosí dette religiose e ogni volta che ciò m'accade provo sempre un nuovo stupore. Sicuro: vedo volumi su volumi, di ogni specie, su tutti gli argomenti, e su molte copertine impressa la dicitura: 20.a, 30.a e persino 50.a edizione, e mi domando come mai libri che riescono a raggiungere tirature cosí elevate siano ignoti o quasi nel mondo della cultura, e nessuno ne parli, e sfuggano cosí completamente al controllo della critica scientifica e letteraria. Non posso credere che le tirature denunciate siano un bluff editoriale, e perciò sento ammirazione ed invidia per i preti che riescono ad ottenere effetti cosí palpabili nella loro propaganda culturale.
In realtà noi non ci curiamo troppo di questo lento lavorio di impaludamento intellettuale dovuto ai clericali. È qualcosa di impalpabile, che scivola come l'anguilla, molliccio, che non pare consistente e invece è come il materasso che resiste alle cannonate piú delle mura di Liegi. È incredibile la quantità di opuscoli, riviste, foglietti, corrieri parrocchiali che circolano dappertutto, che cercano infiltrarsi anche nelle famiglie piú refrattarie, e che si occupano di tante altre cose oltre la religione.
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Liegi
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