Per quanto egli avesse ben studiato il suo piano, lo hanno scoperto e arrestato. Non gli hanno lasciato nemmeno il tempo di godere quei soldi che era riuscito a procacciarsi senza sudore, ma con molto pericolo. Ha dovuto rinunciare all'appartamentino ammobiliato con lusso e alla fidanzata che doveva sposare, per seguire le guardie di P. S. che lo hanno tradotto alle Nuove. Quanti sogni svaniti, quante speranzielle infrante!
È un disonesto — certo — chi si appropria di quaranta biglietti da mille, abusa della fiducia in lui riposta; è un ladro matricolato.
E sia pure! Ma se noi fossimo avvocati e ci si incaricasse della sua difesa, vorremmo chiedere al processo la sua assoluzione per inesistenza di reato, o vorremmo costituirci parte civile contro gli amministratori della Banca commerciale che non solo dovrebbe rispondere della rovina di un giovane, ma anche di eccitamento a delinquere.
Quel Silvola che ha rubato le quarantamila lire era impiegato da tre anni alla Banca commerciale. Aveva dimostrato buona volontà e intelligenza, e la Banca lo compensava col lauto stipendio di lire novanta mensili!
L'onestà è il primo dovere dell'uomo. Sicuro! Ma bisognerebbe essere eroi per conservarsi onesti quando le tasche e le budella sono vuote e quando avendo il portafoglio disoccupato si vedono passare davanti agli occhi fasci di biglietti grossi.
Fate il conto. Trovate a Torino una trattoria che vi dia pensione, che vi dia da dormire e vi faccia lavare e stirare la biancheria per novanta lire?
| |
Nuove Banca Silvola Banca Banca Torino
|