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      E quando l'avete trovata, se guadagnate soltanto novanta lire, diteci dove andrete a prendere i quattrini per pagarvi i vestiti che devono essere decenti e decorosi quali si convengono a un impiegato della Banca commerciale. E poi quante altre cose occorrono, giacché, in verità, l'uomo non vive di solo pane!
      L'impiegato ha avuto il torto di innamorarsi e di pretendere una moglie, una casa propria, con le gioie non senza spine della famiglia. Ah! Il decoro, il decoro!... Quando si guadagna uno stipendio di novanta lire, o si fa il voto di castità per sempre, oppure si cerca una fallofora da proteggere. E non ci si deve sposare se non si riesce a trovare una moglie con almeno cinquemila lire di rendita.
      Delizioso mondo borghese!
      (17 febbraio 1916).
     
     
      LA RIFORMA DELLA POLIZIA
     
      Mutano i saggi... È vero ed è umano che sia, ma questi benedetti saggi dovrebbero cercare di mutare con giustificazioni che non siano il riflesso dei loro particolari interessi, perché qualche maligno non insinui che essi sono saggi solo nel rovescio della medaglia.
      C'è stata tempo fa, prima della guerra naturalmente, una polemica vivacissima sui metodi della polizia e qualcuno aveva suggerito persino dei rimedi e delle riforme. Anche nel campo liberale si incominciava a capire che gran parte dell'asprezza che assumevano talvolta le manifestazioni proletarie era dovuta alla brutalità degli agenti che, arruolati nei piú luridi bassifondi della società, mal stipendiati, malvisti, avevano finito col diventare una vera e propria sacra istituzione che aveva l'autorità persino di decretare la morte di un individuo e di eseguire sull'atto la sentenza, senza che l'opinione pubblica borghese se ne commovesse neppure a fior di pelle.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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